Un confronto dai toni duri. Sul tema che da mesi tiene banco all'interno delle casse di previdenza italiane: le obbligazioni Lehman su cui sta indagando la commissione bicamerale di vigilanza degli istituti di previdenza. Dopo Inarcassa (vedi sopra) è toccato ad Enpaia (addetti all'agricoltura) spiegare mercoledì scorso il processo di investimenti e i conti 2008. La «cassa verde» in bilancio aveva due emissioni Lehman per complessivi 45 milioni di euro. Dopo il fallimento dell'istituto bancario Usa, Enpaia ha deciso di svalutare l'80% (36 milioni) dei due bond. Investimento che pesava il 5,3% sul patrimonio mobiliare e il 7,6% sulla sola quota obbligazionaria.
«Ciò che mi fa restare sconcertato è la concentrazione di Lehman dentro i portafogli delle casse di previdenza – ha dichiarato Giorgio Jannone (Pdl), presidente della commissione bicamerale –. Sul rischio dell'emittente, che aveva un rating tripla A, si può discutere. Ma quello che non riesco a capire sono i motivi dell'assenza di diversificazione». Anche sulla tripla A qualche parlamentare ha obiettato: «Il campanello d'allarme c'era – ha affermato Elio Lannutti (Idv) –. Erano i cds, i credit default swap (il costo della polizza per assicurarsi dal fallimento di un'azienda, ndr) che già un anno fa indicavano il rischio Lehman».
Dall'altra parte, il direttore generale Enpaia, Gabriele Mori, ha fatto notare che la sua cassa, a differenza di altre, non ha investito in veicoli come Anthracite ma i bond sono stati comprati sul mercato senza intermediari. «Un'operazione trasparente – ha affermato Mori –. Che non è andata bene per i noti episodi. A cui abbiamo fatto fronte con riserve che accantoniamo ogni anno». Riserve che erano in un «fondi rischi investimenti immobilizzati». Jannone e Lannutti, in maniera bipartisan, hanno però incalzato Mori facendo notare che comunque la vicenda ha impattato sul bilancio Enpaia. «Vi è stato l'utilizzo delle riserve – ha ribadito Jannone – e ciò non può avere un effetto neutro rispetto al bilancio».
Un botta e risposta che ha avuto una coda polemica anche sulle conseguenze, più o meno importanti, del fallimento Lehman sul pianeta casse di previdenza. Alla fine è toccato al neopresidente Enpaia, Carlo Siciliani, chiudere la querelle in modo diplomatico: «Accogliamo il monito alla prudenza del presidente Jannone e della commissione. La prossima volta, nonostante un rating tripla A, faremo ulteriori e più approfonditi esami prima di investire».
Inoltre Siciliani e Mori hanno ricordato di aver avviato una causa individuale e si sono insinuati nel passivo Lehman: lo studio legale internazionale che li segue è Simmons&Simmons. «Stiamo invitando anche le altre casse previdenziali a far causa – hanno aggiunto Jannone e Lannutti, rinnovando l'invito alla cautela negli investimenti –. I primi procedimenti pilota dei risparmiatori titolari di bond Lehman stanno avendo qualche successo». Nel finale dell'audizione è stato poi illustrato il bilancio attuariale: Enpaia è tra le poche che, già prima della recente circolare dei ministeri vigilanti, ha adottato un bilancio tecnico su un arco temporale di 40 anni. Una decisione che ha trovato il deciso apprezzamento dei parlamentari.
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